Rinascere attraverso la danza: accettare e aggiungere, non cambiare o correggere.

E se dicessi che la danza mi ha ridato la vita?
Sembro esagerata lo so, ma incontrare la danza nel mio percorso è stato decisamente uno dei doni più belli ricevuti dalla vita che mi ha dato la possibilità di riscoprirmi e in qualche modo di rinascere in un modo sempre più vicino a me.
La danza del ventre, con la sua tecnica così precisa e allo stesso tempo dolce, mi ha portato, quasi senza accorgermene, ad ascoltare il mio corpo.
Dal bacino al mio potere creativo, dal busto al cuore, dalle braccia a sentire che potevo aprire le mie ali.

Un percorso, più che un corso, un allenamento nello stare in ciò che c’è senza troppi pensieri.

Una cosa bellissima che ho notato in me e che vedo accadere anche nelle mie allieve è quanto il corpo è legato al carattere, ma anche al vissuto.
Come una donna si muove, cammina, respira, danza, è strettamente connesso con il suo stato emotivo, i suoi pensieri e le sue esperienze.
Se penso a me quando ho iniziato, avevo una curva lombare molto accentuata, una certa rigidità nelle ginocchia e le spalle leggermente chiuse in avanti. I miei movimenti preferiti erano quelli morbidi e rotondi e anche il mio corpo era così.
Nel mio caso tutto questo parlava di me.
Un ventre rilassato che non teneva nulla per se, proteso verso l’altro in modo eccessivo; le gambe rigide e eccessivamente tenute per paura di cadere che riportavano alla relazione con le radici; un movimento morbido che rivelava la mia capacità di accogliere, ma anche l’incapacità di mettere confini in questo; una morbidezza che parlava della mia fluidità e della capacità di adattamento, ma anche della propensione ad adattarsi troppo; le spalle rivelavano la mia timidezza e quasi timore di essere vista e le mie braccia la fatica di dedicarmi il giusto spazio.
E adesso?? Dopo tutti questi anni dedicati a questa mia grande passione?
Lavorando sul corpo si può riequilibrare gli eccessi, ma soprattutto si può rinforzare ciò che c’è aggiungendo l’esperienza di ciò che manca. Quindi non si toglie nulla, ma si guarda ciò che c’è e si bilancia.
Sempre parlando di me, il mio ventre ha aggiunto tonicità che mi permette di scegliere se, quando e quanto dare o tenere; le mie spalle si sono raddrizzate e sono diventate segnale di quando mi sento o non mi sento a mio agio, cosa che sento anche dall’ascolto del respiro; alla morbidezza e ai movimenti tondi si è aggiunto il ritmo e la tonicità dei movimenti forti e decisi, decisione che ho scoperto esistere anche nel mio carattere. Le mie ginocchia e le mie gambe si sono rilassate facendomi fare esperienza di una maggiore stabilità con la metà della fatica e le mie braccia pian piano hanno preso sicurezza e si sono permesse di darsi il giusto spazio.
Quindi non ho tolto nulla al mio modo di essere, ma ho accettato e valorizzato ciò che c’era e aggiunto gli opposti, aumentando le mie possibilità nella danza e nella vita.

Un viaggio dentro se stessi attraverso un corpo che ci parla da sempre, ma che spesso non sappiamo come ascoltare o lasciar parlare.

“E se diventi farfalla
nessuno pensa più
a ciò che è stato
quando strisciavi per terra,
e non volevi le ali.”
Alda Merini

Condivido questo meraviglioso Caviardage di Raffaella Resnati, amica e collega, che propone un evento su questa tecnica meravigliosa.
Arti diverse, fine comune.
Incontra e Libera la tua poesia
Domenica 1 dicembre 2019 dalle 10.00 alle 17.00
c/o Macrobiotico Milanese – via Larga 7, Milano – MM1 – 3 Duomo
info:
Raffaella Resnati 3392217830
raffaella.resnati@gmail.com

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